Per capire meglio da che parte è la ragione vi ripropongo due posizioni differenti su cui riflettere.
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Dal 20 al 22 luglio Genova sarà sede del G8: una città in assedio, si mormora. Il governo Usa ha consigliato agli americani di non recarsi nella città ligure nei giorni in cui gli otto capi di governo delle maggiori potenze industriali (Silvio Berlusconi, Tony Blair, George Bush, Jacques Chirac, Jean Chrétien, Junichiro Koizumi, Vladimir Putin e Gerhard Schroeder) si riuniranno a Genova. Ma perché tanta preoccupazione? Migliaia di contestatori antiglobalizzazione faranno da contraltare al summit con manifestazioni di protesta in tutta la città. Le forze dell'ordine saranno schierate. Gli incidenti sono dietro l'angolo. Genovesi e turisti si troveranno involontariamente coinvolti. Per chi non puo' fare a meno di recarsi a Genova nei giorni 'caldi' e per tutti i cittadini che avessero bisogno di informazioni su mobilità, sicurezza o altro il Comune ha messo a disposizione il servizio Info G8 al numero 010.55.77.170, attivo dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 19.30.
Noi siamo 'contro'. Ma non vi diciamo se contro il G8 o contro gli antiglobalizzazione. Per una volta vi lasciamo nel dubbio. Abbiamo soltanto raccolto per voi alcuni elementi di informazione, la storia del G8 e le ragioni di protesta del Social Forum. A voi la sentenza.
La perla - Sulle note di Ennio Morricone, trentasei registi (tra cui spiccano i nomi di Mario Monicelli, Gabriele Salvatores, Francesca Archibugi, Ettore Scola, Michele Placido, Gillo Pontecorvo e Ricky Tognazzi) gireranno un film-documentario sul G8. L'iniziativa è del Genoa Social Forum che raccoglie circa 750 associazioni di protesta contro la globalizzazione.
Andrea Gervasi
La storia
"Nei giorni dal 15 al 17 novembre 1975 si svolse in Francia, a Rambouillet, un summit dei capi di governo di Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Giappone e Italia. In tale circostanza, nata dalla necessità di affrontare in maniera congiunta la crisi petrolifera, si afferma l’idea di riunire ogni anno i rappresentanti delle maggiori potenze industriali per studiare le principali questioni politiche ed economiche e le loro conseguenze sulla comunità internazionale. Alle sei potenze che avevano partecipato al vertice di Rambouillet si uniscono il Canada, a partire dal summit di San Juan di Porto Rico, nel 1976, e la Comunità Europea, a partire dal summit di Londra, nel 1977.
Il gruppo costituito da queste potenze industriali, denominato G7, rimane stabile e invariato per diversi anni, nonostante alcuni contatti, precedenti o successivi al summit, con le rappresentanze di altre nazioni: nel 1985 con i leader di 15 Paesi in via di sviluppo, nel 1991 con l’U.R.S.S.
A partire dal summit di Napoli, nel 1994, viene costituito il gruppo P8 (8 Politici), composto dalle potenze del G7 e dalla Russia, le cui riunioni avrebbero dovuto svolgersi alla conclusione di ogni summit. La partecipazione della Russia alle discussioni economiche, già affermata al summit di Denver, nel 1997, diventa partecipazione completa l’anno successivo, a Birmingham.
Il G7 diventa così G8.
Anche i temi affrontati dal summit si ampliano, passando dalla macroeconomia (commercio internazionale, rapporti con i Paesi in via di sviluppo) alle sue conseguenze microeconomiche (occupazione, ambiente), ai problemi legati alla criminalità organizzata, alla diffusione degli stupefacenti, al controllo degli armamenti, al terrorismo.
Per lo studio di questi problemi si è sviluppata una rete di incontri di supporto a livello ministeriale: Ministri del Commercio (1982), degli Affari Esteri (1984), delle Finanze (1986), dell’Ambiente (1992), del Lavoro (1994). Gruppi di lavoro si occupano di questioni specifiche, come la sicurezza nucleare, il riciclaggio di denaro proveniente dal narcotraffico, la lotta alla criminalità".
[ dal sito ufficiale del G8 ]
Vuoi parlarne? Vai al forum ufficiale del G8!
Cosa chiedono gli aderenti al Genoa Social Forum:
"Lo scenario mondiale in cui ci prepariamo al Vertice dei G8 a Genova, è uno scenario pieno di profonde ingiustizie. Il 20% della popolazione mondiale – quella dei Paesi a capitalismo avanzato – consuma l’83% delle risorse planetarie; 11 milioni di bambini muoiono ogni anno per denutrizione e 1 miliardo e 300 milioni di persone hanno meno di un dollaro al giorno per vivere. E lo scenario invece che migliorare, peggiora continuamente. La portata internazionale di questo Vertice rappresenta una grande sfida per tutte quelle Organizzazioni che da tempo lavorano per affermare – con metodi e priorità differenti – principi di giustizia sociale, di solidarietà e di uno sviluppo equo e sostenibile.
La sfida deve essere raccolta!
Dobbiamo contribuire insieme a far conoscere a tutti le differenti progettualità che si esprimono nelle azioni di cooperazione internazionale, di tutela ambientale, di valorizzazione dei diritti di cittadinanza e dei lavoratori, di promozione di modelli economici etici e solidali, di sviluppo di forme di convivenza multietniche e di scambio interculturale, di affermazione dei principi della pace e di lotta alle ingiustizie delle organizzazioni della società civile. Tutto il portato di queste esperienze deve essere un fattore di crescita per la società: essa deve essere pienamente coinvolta in un percorso che da oggi al luglio 2001 veda svilupparsi iniziative di sensibilizzazione e denuncia su questa inaccettabile situazione. E’ necessario costruire un nuovo modo di pensare che sappia rispondere a quei modelli culturali dominanti che – passando per una crescente disgregazione sociale – impongono comportamenti che impediscono anche il solo immaginarsi una società migliore. Un mondo diverso è invece possibile!
Questo deve essere il senso della sfida da trasmettere ai cittadini. Gli Organismi sovranazionali, su cui si stanno concentrando le attenzioni di un movimento internazionale crescente, non potranno più decidere senza tener conto di una popolazione sempre più attenta e decisa che chiede processi democratici certi e nuovi orizzonti di giustizia sociale ed economica.
PATTO DI LAVORO
Per tutto questo, le organizzazioni firmatarie si impegnano in un patto di lavoro comune che prevede di:
1. attivarsi pienamente per la sensibilizzazione della cittadinanza attorno ai temi che rappresentano il portato specifico di lavoro di ciascuna delle organizzazioni, rispettando anche modalità e percorsi autonomi;
2. chiedere alle Pubbliche Amministrazioni locali e nazionali che siano garantiti ampi spazi per tutta la società civile per l’espressione di attività, progetti e manifestazioni che in questi mesi e nei giorni del Vertice si potranno organizzare. E soprattutto che il diritto a manifestare non subisca restrizioni immotivate.
3. coordinarsi al fine di favorire il massimo passaggio di informazioni al fine di rendere più efficaci le iniziative da programmare.
4. rispettare tutte le forme di espressione, di manifestazione e di azioni dirette pacifiche e non violente dichiarate in forma pubblica e trasparente.
Attraverso questo documento, le Organizzazioni firmatarie lanciano un appello a tutte le Organizzazioni e a tutte le Reti interessate e a quelle che già stanno lavorando attorno al Vertice dei G8, per ritrovarsi in tempi brevi in un appuntamento unitario sia per coordinare al meglio le energie e le proposte, sia per avviare un percorso di confronto con il mondo della ricerca, della politica e di quei soggetti in grado di far perseguire al meglio gli obiettivi sopra indicati".
[ dal Genoa Social Forum ]