Prezzi onesti

Andrea D' Avena
00sabato 8 aprile 2023 16:20
In base a quale criterio si riconosce un prezzo maggiore giusto quanto basta da quello di mercato? Perchè diciamo la verità...se ogni imprenditore si limitasse a vendere quanto rifornito allo stesso identico prezzo non ci sarebbero guadagni per nessuno: però in base a cosa si stabilisce la differenza è giusta oppure un reato?
Masquerade
00sabato 8 aprile 2023 18:30
Sicuramente i fattori di cui tener conto sono diversi. E chi mette un prodotto sul mercato di sicuro non lo fa per beneficenza.
La parola reato però ci mi sembra esagerata.
Se stabilisci un prezzo alto, nel gergo comune può essere definito "un furto" ciò che personalmente non troviamo idoneo al prezzo pagato, ma è sicuramente un'opinione personale.
Magari arriva qualcuno che lo ritiene anche un buon prezzo.
Due parti contribuiscono a stabilire il valore ideale di una merce: l'offerta e la richiesta.
LaPeppa
00sabato 8 aprile 2023 19:06
Diciamo che anche fare confronti tra diversi negozi per lo stesso prodotto può dare un'idea del valore di mercato.

Andrea D' Avena
00sabato 8 aprile 2023 19:31
Quello di sicuro!
Ma in base a cosa si stabilisce il prezzo base di un bene? Mi piacerebbe tanto saperlo :)
Stormrider
00sabato 8 aprile 2023 20:41
In un economia liberale, il prezzo di un bene equivale alla cifra che qualcuno è disposto a pagare, ne più ne meno. Non esiste alcun valore "reale".

Se un imbecille è disposto a pagare 5000 euro per un paio di scarpe che ne valgono 50, quelle scarpe valgono 5000 euro.
cFzD221203
00domenica 9 aprile 2023 10:29
Re:
Andrea D' Avena (pPlf230327), 08/04/2023 16:20:

In base a quale criterio si riconosce un prezzo maggiore giusto quanto basta da quello di mercato? Perchè diciamo la verità...se ogni imprenditore si limitasse a vendere quanto rifornito allo stesso identico prezzo non ci sarebbero guadagni per nessuno: però in base a cosa si stabilisce la differenza è giusta oppure un reato?


In realtà si potrebbe produrre al prezzo di costo, senza profitto, con l'imprenditore che andrebbe a lavorare come gli altri. Infatti in un'economia liberista il profitto tende allo zero per la concorrenza.

Riguardo alla tua domanda il criterio è chi un governo decide di difendere. Se difende l'interesse del profitto lascerà libero il mercato di formare oligopoli che tengono alti i prezzi (il costo dell'energia è quasi tornato al periodo pre guerra ma i prezzi degli alimentari non sono calati), mentre se difende il consumatore interverrà per ridurre prezzi e profitti.

Ad occhio questo governo è palesemente schierato a favore delle rendite e delle lobby, più o meno schiaviste, quindi difficilmente lo si vedrà difendere disoccupati, consumatori, poveri o sfruttati.

cFzD221203
00domenica 9 aprile 2023 10:33
Re:
Stormrider (cQTm221203), 08/04/2023 20:41:

In un economia liberale, il prezzo di un bene equivale alla cifra che qualcuno è disposto a pagare, ne più ne meno. Non esiste alcun valore "reale".

Se un imbecille è disposto a pagare 5000 euro per un paio di scarpe che ne valgono 50, quelle scarpe valgono 5000 euro.


Infatti l'economia liberale non ha nulla di liberale, e difende solo la libertà del capitale di fare come gli pare, anche ingannare e di fatto fregare il cliente.

Infatti in genere quel prezzo elevato non è dovuto all'imbecillità del cliente ma a un regime di mercato voluto per far controllare il mercato a quell'impresa che impone il prezzo che vuole, o a forme di marketing che di fatto ingannano e su cui non interviene lo stato.

Se fosse infatti realmente liberale ci sarebbe piena trasparenza per non indurre in inganno il cliente, ma questo vorrebbe dire vietare la pubblicità e il marketing che ha lo scopo opposto, cioè indurre il consumatore a comprare sulla base di informazioni false.

Trale
00martedì 11 aprile 2023 08:34
Per rispondere a questa domanda si può utilizzare il mercato dell'edilizia visto che è un mercato dove vi sono prezzari per le opere. Oltre al costo dell'opera o servizio, va aggiunto circa il 25% costituito dalle spese generali sommate all'utile dell'imprenditore. Ma questo vale solo per le opere pubbliche, per fare le quali di devono rispettare i prezzi massimi stabiliti dalle autorità e aggiornati con l'inflazione. E si devono anche rispettare prezzi minimi. Nel libero mercato c'è libertà di vendere facendo utili anche del 300% se se ne è capaci. È anche vero che ci sono in vendita beni sotto costo (per beni intendo sia prodotti, sia servizi) dove non vi è utile dell'imprenditore. L'imprenditore cerca di acquisire una fetta di mercato facendo provare un prodotto per poi aumentare il prezzo in seguito quando ha catturato il cliente. Se ci guardiamo attorno, ci accorgiamo che ci sono molti più beni e servizi sotto costo di quanti Ve ne siano a prezzo giusto. Poi ci sono certi ambiti, come la moda, dove dove si strapagano certi prodotti ma si tratta di un mercato diverso dove in teoria si paga anche il lavoro intellettuale di chi disegna l'abito, il vestito, il divano, etc. Questo è il libero mercato coi suoi pregi e i suoi difetti. Ma quanti di noi sarebbero disposti a vivere in un luogo senza libero mercato? Chi di noi vorrebbe poter avere e guidare solo una Trabant? Io no di certo pur avendo sofferto negli anni periodi in cui il mercato del mio lavoro era sottocosto. A mio parere, imporre dei prezzi massimi o minimi, significa appiattire la creatività perché senza la concorrenza del mercato, non c'è stimolo a inventare prodotti nuovi. Ciò non toglie che la concorrenza possa essere spietata e che la politica debba occuparsi di mettere paletti per evitare situazioni di sfruttamento eccessive.
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