Riflettendo
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Ogni qualvolta ci si appresta ad avvicinarsi a Dio col pensiero, le immagini del mondo, la realtà brutale dei fatti allontanano da noi l'idea che Egli esista veramente.
Come può un Dio buono lasciare un così libero arbitrio a questa umanità degenerata, come puo'lasciare che le ingiustizie, le atrocità, le malattie, le povertà, il dolore dominino la scena quotidiana?
Questo e' uno dei tanti enigmi che ci assillano nel corso della nostra esistenza, forse il piu' ricorrente.
Il racconto proposto da Anna propone una nuova chiave di lettura, che è senza dubbio più avvincente, anche se pensare all'umanità come oggetto di disputa tra Dio e Satana non mi pare molto edificante. Certamente esiste il bene ed esiste il male e cercare di promuovere il bene non è cosa facile neppure per chi ha buone intenzioni, bontà d'animo e buona vocazione.
La chiesa ci propone Dio fatto uomo nella figura del Cristo che come agnello sacrificale prende su di se tutti i mali del mondo
per segnare attraverso il sacrificio della sua vita quella strada di crescita spirituale che dovrebbe essere di insegnamento all'uomo per ritrovare la via della salvezza.
Ma poi in pratica nella realta' passata ed attuale tutto si riconduce sempre inevitabilmente ad uno scontro di poteri, politici, religiosi e finanziari dove le ideologie predominanti sono essenzialmente materialistiche.
E allora mi chiedo: non è forse che quel " povero Cristo " si sia sacrificato davvero per nulla?
Comunque io credo l'esistenza di Dio non ha bisogno d'essere provata, l'esistenza stessa sta in quel desiderio umano di giustizia.
Dio è noi stessi in quella volontà di superare le meschinità, le vanità, gli egoismi. Credere nell'esistenza di Dio non è una debolezza di cui vergognarsi, è invece una forza, come credere nella stessa volontà dell'uomo di migliorare la propria esistenza.
Marco