Infanzia felice

LaPeppa
00sabato 30 settembre 2023 18:42
Separazione ed altri traumi
Partendo dalla discussione di Trale, alzi la mano chi ha avuto un'infanzia felice senza traumi.

Scusate ma mi sembra che si stia esagerando e mancando di lucidità.
Penso sia impossibile evitare traumi durante la crescita e che la vita stessa sia fatta per superare i traumi.

A partire dal parto, un trauma enorme, viviamo.

Quindi che famo? Per evitare i traumi, evitiamo la vita?

Certo, se uno non viene al mondo neppure soffre. Ma questo significa non vita, significa un magnifico mondo senza vita.
Che è ciò che si auspica chi proprio l' uomo non riesce ad amarlo, neppure se stesso.

Dire che una separazione ti condanna ad una vita di sofferenza.... è un evento come un altro, neppure tra i più spiacevoli vedendo la casistica possibile.
Chi dice poi che vivere da figli in un matrimonio logorato e logorante ne causi meno? Quando si è convinti che quella è la vita di coppia, si tramandano anche i danni, nei secoli dei secoli.
Masquerade
10sabato 30 settembre 2023 18:53
Non ho ancora letto la discussione aperta da Trale, ma credo di sapere da quale evento (spot) sia causato, visto che non si parla d'altro.
Quel che io non capisco è l'indignazione che ha causato questo argomento.
Non ha mai messo in discussione la separazione o il divorzio, ma ha solo messo in evidenza la tristezza che provano i bambini in questi casi. Inutile raccontarsela: un giorno, da grandi capiranno, ma da bambini l'ultima cosa che si vuole è che i genitori si separino.
LaPeppa
00sabato 30 settembre 2023 19:05
Tratto da Uppa

Ha senso rimanere insieme per i figli?
Le piccole spalle dei figli non sono in grado di sostenere un compito del tutto sproporzionato per loro: tenere insieme i propri genitori

Non è compito dei figli tenere insieme la coppia
Come ogni progetto comune che non abbia per finalità diretta la coppia stessa e i due partner, anche quello di fare dei figli non è sufficiente a tenere insieme la coppia. Fino a pochi anni fa, con l’idea di salvaguardare l’interesse dei figli, molti genitori pensavano di far bene a cercare sistematicamente di passar sopra ai problemi relazionali della coppia, facendo finta che non ci fossero. Spesso, però, era poi molto tardi quando si accorgevano di avere sacrificato pesantemente e invano gran parte della propria vita.
Anzi: quasi sempre, quando due stanno insieme “solo per i figli”, non solo perdono la propria vita, ma nei fatti danneggiano, spesso gravemente, anche quella dei figli, perché questi diventano il fulcro su cui la coppia pretende di appoggiarsi per sopravvivere. I genitori non se ne accorgono quasi mai, e i figli, pur accorgendosene, non osano pensare che è un’ingiustizia il fatto che sulle loro piccole spalle venga posto a gravare il peso del destino della coppia dei genitori. Perché è di questo che si tratta. Le piccole spalle dei figli non sono in grado di reggere un compito per loro del tutto sproporzionato.
Quali sono le motivazioni reali?
Affinché le cose funzionino bene, la relazione fra partner amorosi, sia nella mente di ognuno dei due sia nelle scelte reali, deve essere sempre distinta con chiarezza da ogni altra relazione (comprese quelle con i propri genitori e quelle con i propri figli) e deve comunque avere la precedenza su ognuna di esse. Metterla in subordine crea inevitabilmente dei guai.
Quasi sempre, la decisione di stare insieme “solo per i figli” è un alibi. Sembra una motivazione accettabile, addirittura encomiabile, meritoria, fondata su una pretesa generosità e su un maturo senso di responsabilità: «Per loro, mi sacrifico. Ho donato loro la vita, facendoli nascere, e adesso sacrifico la mia vita per loro». Basta poco, però, per accorgersi che queste motivazioni ne coprono altre, sentite come meno presentabili, meno encomiabili, meno meritorie, quali, per esempio, la paura della solitudine; la paura di non riuscire a dare una svolta alla propria vita; la paura di rinunciare a una persona conosciuta cui potersi comunque aggrappare, magari scaricando su di lei la responsabilità delle proprie frustrazioni; o, ancora, la paura di non essere più in grado di trovare un nuovo partner amoroso.
È pesante, inoltre, l’insieme di messaggi che si danno, sottobanco, ai figli, quando si sacrificano oltre misura le proprie esigenze amorose. È come dir loro che nella vita bisogna annullare la propria soggettività; che, in fondo, l’amore è una cosa irrilevante; che spegnersi o ricurvarsi in una relazionalità chiusa, litigiosa o rancorosa è meglio che cercare di recuperarsi a una nuova vita.
Nemes87
00sabato 30 settembre 2023 19:40
beh guarda, io posso dire di aver avuto un'infanzia felice e senza traumi, sicuramente sono stata fortunata, perché venivo ascoltata, capita, aiutata, sostenuta, coccolata e mi veniva data fiducia, penso che più di questo non si possa avere da una famiglia (che per dare questo non dev'essere necessariamente unita, basta che ci sia qualcuno su cui contare), poi chiaramente ho sofferto e sono rimasta male per un sacco di cose, mi si sono create paure e insicurezze che mi porto dietro ancora oggi, ho imparato a comportarmi in modo del tutto disfunzionale eccetera😁

comunque sono d'accordissimo sul fatto che non sia un bene per i figli rimanere insieme solo per loro, anche se penso che molti ne siano convinti e non sia solo un modo per non affrontare altre paure
theTightroper
10sabato 30 settembre 2023 19:44
Ovviamente Peppa sai che sfondi una porta aperta con la sottoscritta.
I miei genitori sono stati insieme "finché morte non ci separi", il problema è che la morte li ha separati quando avevano la mia età. Da questo capisci quanto avrei preferito averli separati ma vivi, piuttosto che così.
La mia infanzia è stata tutta un trauma, tutta infelice, tutta ingiusta, eppure questo non mi ha impedito di diventare un'adulta felice, anche ora, si, anche così, con tanti problemi da risolvere e le delusioni che conosciamo. Mai nessun trauma mi ha tolto la voglia di vivere, di amare, di espormi, di rischiare di soffrire.
Anche dire che i figli non si dovrebbero fare se non si è assolutamente certi di poter garantire loro una vita serena continua ad essere una stronzata: non esistono certezze nella vita, ci sono eventi che ti travolgono, cambiamenti imprevedibili, non si può essere sicuri di un bel niente quando si parla di futuro.
Puoi mettere al mondo un figlio e separarti, oppure puoi ammalarti, perdere il lavoro, come fai a saperlo prima? Ovvio che quando metti al mondo un figlio hai fiducia e speranza che tutto vada bene ma se tutto non va bene il problema si affronta, non c'è altra strada.
Ho molte amiche figlie di genitori separati, separazioni tutt'altro che leggere, e sono le più accanite sostenitrici della tesi che il mio tentativo di tenere la famiglia unita è lodevole ma che sto sciupando la mia vita e pagando un prezzo troppo alto. Eppure, in teoria avrebbero dovuto essere le prime a sostenere il contrario. Si cresce e crescendo il passato cambia forma e colore.
LaPeppa
00sabato 30 settembre 2023 19:53
@nemes

Anche io considero la mia infanzia felice.
Questo non significa che i traumi non siano esistiti.

Altrimenti vuol dire che in fondo in fondo alla famiglia del Mulino Bianco ci crediamo....per gli altri. E passiamo la vita a pensare che a noi è capitata una fregatura ed i nostri genitori sono di una sottomarca che imita il MB.

Invece no: questa è la realtà per tutti.
La tua storia familiare, quella di Trale, TheGlitch, Norge, Stefano, la mia..tutte contengono sofferenza, tutte contengono il loro trauma, il loro conflitto le cui conseguenze le vede solo chi ha vissuto quella situazione. Quindi non è una fregatura. La "fregatura" ce la dà il Mulino Bianco che mostra un ideale e ci fa pensare che acquistando quelle merendine magari abbiamo un briciolo di quella serenità . Ma questo è il suo lavoro: pubblicità che vende un prodotto, andando a toccare leve profonde, bisogni e desideri degli esseri umani.

Masquerade
00sabato 30 settembre 2023 20:16
Re:
LaPeppa (V7fd221203), 30/09/2023 19:53:



Altrimenti vuol dire che in fondo in fondo alla famiglia del Mulino Bianco ci crediamo....






Io penso che il vero problema sia qui. La famiglia del Mulino Bianco, I Robinson, La casa nella prateria e potrei citarne tanti altri. Sono state un bell'esempio di illusione sul quale in molti hanno fondato le proprie scelte di vita per poi venire bruscamente scaraventati nella realtà.
Perché ci si voleva credere.
E come sostengo sempre, non è la verità che fa male, ma il crollo dell'illusione su cui ha fatto tanta strada la bugia.

Questo non significa che non esistano famiglie felici e forti. Perché una famiglia felice è una grande forza su cui si può contare quando arrivano i momenti più bui. O traumi, se si preferisce chiamarli così.
Ma non ha neanche senso ignorare una realtà diversa.
E tanto meno ha senso indignarsi perché si punta l'attenzione su una realtà diversa.

C'è un verso sacro che parla proprio di colpe dei padri che ricadranno sui figli.
Si da spesso un significato molto vasto a questo verso. Forse per l'uso delle parole che tendono proprio a fare da ammonimento.
Una versione più semplice e meno giudicante è che le scelte dei genitori avranno effetto sui figli. Che ci piaccia o meno.
LaPeppa
00sabato 30 settembre 2023 20:55
Bella Masquerade.

Quella citazione è corretta ma incompleta.

Es 20, 5-6
...che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.

Come dici tu, le scelte dei genitori ricadono sui figli.
Facciamo quindi l'esempio del matrimonio vuoto di contenuti e di sola apparenza, quando addirittura non ci sia mancanza di rispetto e violenza. Certo che gli effetti nefasti si tramandano. Hai voglia.
Così come il matrimonio invece con Amore ha conseguenza positive nelle generazioni.

Il Mulino Bianco non è un' illusione, è un ideale, qualcosa che esiste nella mente. Diventa illusione nel momento in cui si crede che sia reale o che comportandosi bene lo possa diventare. Sì, in effetti come hai scritto tu.
Trale
00sabato 30 settembre 2023 22:37
Non ho avuto una infanzia felice ma più che altro dovrei dire che non ho avuto un'infanzia, sarebbe un pochino più corretto. A 7 anni ho iniziato a capire che dovevo darmi da fare per fare funzionare le cose in casa. Io non cercavo di fare come la bimba dell' Esselunga perché avevo un altro problema, ossia tirare giù dal letto mia madre per fare in modo che facesse le cose normali che avrebbe dovuto fare una madre. Le portavo sempre il caffè a letto per svegliarla ad esempio e già da bambina lavavo in pavimenti. Non lo facevo perché obbligata eh, ma lo facevo perché mi vergognavo avere la casa sempre sporca. Non potevo mai invitare nessun compagno perché mia madre non aveva le forze per tenere pulito e in ordine e così ben presto mi ero presa l' incombenza di fare le faccende di casa. Ma in ogni caso ho fatto pace col passato e sono una persona molto felice adesso.
Stefano
00sabato 30 settembre 2023 22:51
Intervengo qui e non nell’altro thread perché mi sembra più corretto…
Credo di dovervi delle scuse, in particolare a LaPeppa… Oggi ho trasceso, anzi ho proprio sclerato… Mi sono lasciato trasportare dalla rabbia e sono andato molto più in là di quanto avrei potuto e dovuto nella mia polemica.
Chiedo nuovamente scusa.
Buona serata.
P.s. Non sono sempre così insopportabile…😎
LaPeppa
00domenica 1 ottobre 2023 07:32
Stefano ma c'è qualcosa che non ho letto?
Perché non ricordo particolari frasi da chiedere scusa.

Stai sereno, almeno per quanto mi riguarda.
Buona giornata
Black Ink
00domenica 1 ottobre 2023 10:34
Crescendo, mi sono sempre più reso conto che non ero l'unico ad avere una famiglia disastrata. Questo, in un certo senso, mi ha fatto sentire meno solo. Mi viene in mente a questo proposito il messaggio dell'ultimo Leopardi, la fratellanza tra gli esseri umani contro il dolore del mondo. Ma da piccolo non avevo gli strumenti per capire che la vita era fatta di traumi, prevaleva il senso di solitudine.
Che la vita sia anche sofferenza, che siamo tutti bene o male sulla stessa barca è una consapevolezza che si acquisisce con la crescita. Certe esperienze però ti plasmano, inutile negarlo. Ognuno di noi è anche il risultato delle esperienze che ha vissuto. Da adulto allora si cerca di porre rimedio ai danni.
Masquerade
00domenica 1 ottobre 2023 14:47
Re:
LaPeppa (V7fd221203), 30/09/2023 20:55:

Bella Masquerade.

Quella citazione è corretta ma incompleta.

Es 20, 5-6
...che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano,



E qui nei tempi attuali e moderni si agganciano le costellazioni familiari per "liberare" queste colpe tramandate di generazione in generazione. Ma questa è un'altra storia.😉


Masquerade
00domenica 1 ottobre 2023 14:49
Re:
Black Ink (wZlz230414), 01/10/2023 10:34:

Ognuno di noi è anche il risultato delle esperienze che ha vissuto. Da adulto allora si cerca di porre rimedio ai danni.



O almeno si dovrebbe, in quanto non sempre ci si riesce. Quel che manca il più delle volte non è tanto la volontà di riuscirci, ma il come.


LaPeppa
00domenica 1 ottobre 2023 15:48
Re: Re:
Masquerade (fnuj230103), 01/10/2023 14:47:



E qui nei tempi attuali e moderni si agganciano le costellazioni familiari per "liberare" queste colpe tramandate di generazione in generazione. Ma questa è un'altra storia.😉



Non me ne intendo molto di costellazioni anche se un' amica mi ha accennato a qualcosa.

Penso che la verità, oltre i condizionamenti, compreso ciò che è "giusto", possa spezzare questa eredità. O almeno parte di essa 🤔?
Black Ink
00domenica 1 ottobre 2023 22:07
Re: Re:
Masquerade (fnuj230103), 01/10/2023 14:49:



O almeno si dovrebbe, in quanto non sempre ci si riesce. Quel che manca il più delle volte non è tanto la volontà di riuscirci, ma il come.



Non è semplice infatti.
Alebabi73
00lunedì 2 ottobre 2023 10:17
Re:
LaPeppa (V7fd221203), 30/09/2023 19:05:

Tratto da Uppa

Ha senso rimanere insieme per i figli?
Le piccole spalle dei figli non sono in grado di sostenere un compito del tutto sproporzionato per loro: tenere insieme i propri genitori

Non è compito dei figli tenere insieme la coppia
Come ogni progetto comune che non abbia per finalità diretta la coppia stessa e i due partner, anche quello di fare dei figli non è sufficiente a tenere insieme la coppia. Fino a pochi anni fa, con l’idea di salvaguardare l’interesse dei figli, molti genitori pensavano di far bene a cercare sistematicamente di passar sopra ai problemi relazionali della coppia, facendo finta che non ci fossero. Spesso, però, era poi molto tardi quando si accorgevano di avere sacrificato pesantemente e invano gran parte della propria vita.
Anzi: quasi sempre, quando due stanno insieme “solo per i figli”, non solo perdono la propria vita, ma nei fatti danneggiano, spesso gravemente, anche quella dei figli, perché questi diventano il fulcro su cui la coppia pretende di appoggiarsi per sopravvivere. I genitori non se ne accorgono quasi mai, e i figli, pur accorgendosene, non osano pensare che è un’ingiustizia il fatto che sulle loro piccole spalle venga posto a gravare il peso del destino della coppia dei genitori. Perché è di questo che si tratta. Le piccole spalle dei figli non sono in grado di reggere un compito per loro del tutto sproporzionato.
Quali sono le motivazioni reali?
Affinché le cose funzionino bene, la relazione fra partner amorosi, sia nella mente di ognuno dei due sia nelle scelte reali, deve essere sempre distinta con chiarezza da ogni altra relazione (comprese quelle con i propri genitori e quelle con i propri figli) e deve comunque avere la precedenza su ognuna di esse. Metterla in subordine crea inevitabilmente dei guai.
Quasi sempre, la decisione di stare insieme “solo per i figli” è un alibi. Sembra una motivazione accettabile, addirittura encomiabile, meritoria, fondata su una pretesa generosità e su un maturo senso di responsabilità: «Per loro, mi sacrifico. Ho donato loro la vita, facendoli nascere, e adesso sacrifico la mia vita per loro». Basta poco, però, per accorgersi che queste motivazioni ne coprono altre, sentite come meno presentabili, meno encomiabili, meno meritorie, quali, per esempio, la paura della solitudine; la paura di non riuscire a dare una svolta alla propria vita; la paura di rinunciare a una persona conosciuta cui potersi comunque aggrappare, magari scaricando su di lei la responsabilità delle proprie frustrazioni; o, ancora, la paura di non essere più in grado di trovare un nuovo partner amoroso.
È pesante, inoltre, l’insieme di messaggi che si danno, sottobanco, ai figli, quando si sacrificano oltre misura le proprie esigenze amorose. È come dir loro che nella vita bisogna annullare la propria soggettività; che, in fondo, l’amore è una cosa irrilevante; che spegnersi o ricurvarsi in una relazionalità chiusa, litigiosa o rancorosa è meglio che cercare di recuperarsi a una nuova vita.




io ho avuto un infanzia molto serena.
L'unica cosa è che in alcuni momenti essendo figlia unica e con tutti i cugini di almeno 10 anni più di me, ogni tanto mi sentivo un po sola.
Questo è l'unico ricordo negativo che ho della mia infanzia.

peppa condivido cio che hai scritto "mi sacrifico per i figli" .....spesso è un alibi che nasconde altro.

LaPeppa
00lunedì 2 ottobre 2023 10:23
Alebabi grazie ma non l' ho scritto io 😅

Ho riportato il brano perché esprime molto meglio di quanto saprei fare io ciò che penso.
Alebabi73
00lunedì 2 ottobre 2023 10:33
cmq in merito allo spot esselunga che finalmente ho visto.....
volevo dire la mia....

io tra le righe vedo questo messaggio

vedo una bambina che dice, ok siete separati ma non cè bisogno di scannarvi e di non comunicare.

tutti i bambini/ragazzi soffrono per la separazione dei genitori. dire di si.

ma un conto secondo me è vivere una separazione tra due adulti che nonostante le divergenze cercano cmq di rispettarsi e un conto è vivere una separazione in cui ci si insulta, si mettono di mezzo i figli con dispetti e quant'altro.

E' questo che secondo me fa la differenza nel metabolizzare la separazione.

Poi ognuno ha sempre il proprio carattere eh.....possiamo fare mille discorsi, ma ogni caso è a se, come ogni famiglia è a se.

boomerkiller
10martedì 3 ottobre 2023 10:35
Con il senno di poi molto di ciò che si è sofferto da bambino e adolescente appare chiaro. Il problema c'è quando non si hanno le competenze necessarie per interpretare la propria vita nel presente. Diciamo che mi sono laureato alla vita a 52 anni.

Ricordo che da sempre c'è stata nella mia famiglia d'origine una netta divisione tra mio padre vs mia madre + mia sorella e me. Siccome con noi vivevano anche i nonni paterni, mio padre dalla sua aveva i suoi genitori. Poi col tempo ho potuto raccogliere i racconti di mia madre e mio padre ... qualcosa di inconcepibile per la mente di un uomo del 2000.
Però quella è stata la realtà che ha generato me e mia sorella: matrimonio dei miei non d'amore ma di necessità, serviva una donna che lavorasse in casa e nei campi visto che mia nonna aveva avuto un problema fisico che l'aveva resa inabile al lavoro.

Quindi, c'era questo confronto-scontro quotidiano per mancanza d'amore. Anzi, da qualche anno ho saputo che mio padre era innamorato di un'altra donna non valutata idonea dai suoi genitori per cui ha accettato il matrimonio combinato per il bene della famiglia rinunciando all'amore.
Però, nonostante tutto quello che di peggio esprimeva la mia famiglia, non si è mai parlato di separazione e divorzio vista la profonda religiosità dei miei.
Ma io l'ho desiderato molto il divorzio dei miei e ai miei 28 anni l'intolleranza di mio padre mi ha spinto ad andare a vivere da solo: unica cosa per cui ringraziare mio padre.

Non so se sarebbe stato meglio essere figlio di divorziati ... o peggio. Quello che so è che nella mia famiglia d'origine i valori erano decisamente materiali coperti da una religiosità dogmatica. Per diverse vicissitudini ho avuto molti problemi che mano a mano mi sono dovuto risolvere fino, appunto, ai miei 52 anni.
Quello che mi ha aiutato è stata l necessità istintiva di usare l'unica risorsa che avevo da bambino: l'intelligenza. Prima nei passatempo e dopo nelle relazioni. Poi da adolescente c'è stata la svolta visto che ho sviluppato un fisico di rilievo che mi ha dato modo di avere successo nello sport, non un successo ad altissimo livello ma sufficiente per risolvere i problemi di bullismo che avevo dai miei 5 anni.

Ora posso dire che d'amore ne ho conosciuto poco come bambino e figlio. Non l'ho saputo riconoscere da adolescente e giovane uomo. Mi sono illuso da fidanzato, marito e padre fino al mio cambiamento per una parte distruttivo ma per l'altra sicuramente risolutivo.
Come dicevo, con il senno di poi posso dire che il mio problema più grande è stata l'unione malata dei miei. Credo che tutta la negatività di mio padre verso sua moglie e i suoi figli sarebbe potuta essere smorzata da una sana separazione. Invece, per fortuna, quella relazione nata male e sviluppatasi peggio l'ho risolta come figlio ai miei 52 anni!

Roba dagghiodi, come si dice da noi.
VS0R230626
00martedì 3 ottobre 2023 11:50
Mi sembra siate arrivati ad un accordo : l'infanzia non è rovinata da un divorzio, ma dall'inattitudine dei genitori ad esserlo. Peraltro, due coniugi che si adorano possono essere pessimi genitori. Se parliamo di statistiche, non è tanto che i figli di divorziati tendano a divorziare, ma che i figli che hanno avuto genitori molto conflittuali tendono a ripetere la conflittualità (e, in genere, a sposarsi un po' alla cieca) e quindi una separazione è più probabile.
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