Carburante sintetico a base di idrogeno

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giambo64
00martedì 8 febbraio 2011 11:10
Se è vero, è una notizia bomba!
Guardate qua:

www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/energia_e_ambiente/11_febbraio_07/idrogeno-benzina-rozza_6dd7460e-32a2-11e0-8ce8-00144f486b...


Idrogeno, con le nanotecnologie
passi avanti per sostituire la benzina

Potrebbe costare solo tre centesimi di euro al litro

Stoccato a temperatura ambiente e pressione normale in minuscole gocce incapsulate in un polimero poroso

MILANO - Potrebbe costare solo tre centesimi di euro al litro e, di sicuro, non produrrà nocive emissioni di carbonio ma solo acqua. Dopo quattro anni di studi top-secret nel prestigioso laboratorio di Rutherford Appleton vicino a Oxford, la britannica Cella Energy è pronta a rivelare la sua scoperta che si basa su un rivoluzionario uso della tecnologia dell’idrogeno.

INNOVAZIONE - Finora si poteva stoccare l’idrogeno solo a bassissime temperature o a una pressione molto alta e ciò era costoso e rischioso. Ma grazie agli studi sulle nanotecnologie, Cella è riuscita a stoccare l’idrogeno a temperatura ambiente e a una pressione normale in forma di minuscole gocce incapsulate in una sorta di tessuto di polimero poroso che lo protegge dall’ossigeno presente nell’aria. La nuova «benzina» liquida all’idrogeno è formata da microcelle di borano di ammoniaca (borazano-H3NBH3), circondate da polimeri e potrà essere inserita nei serbatoi degli autoveicoli e degli aeroplani con minime modifiche ai motori e a costi ridottissimi. Quando i borani vengono scaldati a una temperatura di circa 80 gradi, liberano l’idrogeno contenuto in breve tempo.

POLIMERI - Per produrre le microcelle circondate da polimeri porosi, gli scienziati di Cella hanno utilizzato la tecnica dell’elettrospinning coassiale. Il rivestimento di polimeri, inoltre, può filtrare materiali quali l’ammoniaca che potrebbero danneggiare le microcelle di idrogeno. Stephen Voller, amministratore delegato di Cella Energy non ha dubbi: «Il nostro combustibile basato sull’idrogeno potrebbe essere il primo passo verso un sistema di trasporti non più influenzato dalle oscillazioni del prezzo del petrolio. La nostra tecnologia è la benzina sintetica del futuro e sarà chiamata New oil oppure Oil 2.0».

Giorgia Rozza




Anche su Reoubblica:

www.repubblica.it/ambiente/2011/02/06/news/benzina_sintetica-1...


Benzina sintetica dall'idrogeno
la sfida di Cella Energy
Un carburante pulito, non emetterebbe Co2 con la combustione. E soprattutto economico, costo di produzione circa 50 centesimi di dollaro al litro. Funzionerebbe sugli attuali motori benzina e diesel. E' il progetto finora top secret di un'azienda inglese e dei laboratori Rutherford Appleton
di TIZIANO TONIUTTI



OXFORD - Benzina senza petrolio, ottenibile senza attendere milioni di anni che servono ai fossili per diventare idrocarburi. Secondo l'azienda inglese Cella Energy 1, dopo quattro anni di ricerche segrete, condotte con i laboratori Rutherford Appleton di Oxford, è possibile. La parola magica che ci sarebbe dietro è già nota: idrogeno. Cella Energy dichiara che il carburante sintetico prodotto utilizzando questo processo di sintesi avrebbe almeno tre qualità: non produrrebbe emissioni nocive, costerebbe circa 1 dollaro e 50 al gallone, attorno ai 50 centesimi di euro al litro. E soprattutto funzionerebbe sui motori a scoppio così come sono ora, senza modificare nulla.

I laboratori Rutherford Appleton sono considerati luoghi di scienza di un certo livello. E infatti, il processo di produzione di questo "benzidrogeno" sembra piuttosto sofisticato. Il progetto del nuovo carburante è stato portato avanti dall'equipe del professor Stephen Bennington, in collaborazione con scienziati delle università di Oxford e di Londra. Nomi importanti, che ammantano la notizia con il fascino dei grandi momenti della scienza. Stephen Voller, CEO di Cella Energy, descrive il processo di produzione del nuovo carburante utilizzando concetti complessi. "Sono stati impiegate materie ad alta energia, incapsulate utilizzando una tecnica di nanostrutturazione chiamata elettrospray coassiale". Parole difficili, che Voller poi sintetizza in frasi più immediate: "Abbiamo sintetizzato un carburante che può essere utilizzato nei motori attuali, rimpiazzando i combustibili tradizionali. Abbiamo impiegato materiali basati sull'idrogeno, che quindi non producono emissioni nocive. Come se il motore utilizzato fosse elettrico". Naturalmente, il brevetto sulla tecnologia di incapsulamento del "benzidrogeno" è proprietario di Cella Energy.

La chiave. L'idea dietro il nuovo carburante è la conservazione dell'idrogeno in una maniera innovativa, più semplice ed economica. L'incapsulamento sviluppato da Cella Energy permetterebbe, grazie alle nanotecnologie, di produrre microfibre di materiale di spessore fino a 30 volte inferiore a un capello. Questo nuovo materiale forma una fibra in grado di contenere tanto idrogeno quanto i tradizionali contenitori speciali, e possono essere trasformati in sostanza liquida distribuibile alle pompe. L'idrogeno produce circa tre volte l'energia di una stessa quantità di carburante basato sul petrolio, e dai tubi di scappamento esce soltanto acqua. Insomma fare il pieno rimarrebbe un'esperienza del tutto simile a quella attuale, senza l'odore del carburante e i fumi nocivi. E con qualche euro in più nel portafoglio una volta ripartiti. Il problema dell'idrogeno come carburante per veicoli sta nello stoccaggio e la distribuzione, che hanno bisogno di condizioni termiche particolari e costi di gestione elevati, entrambi freni alla diffusione delle nuove forme di propulsione. E molte ipotesi sul futuro della mobilità sono al momento rimaste tali. Se l'idea di Cella Energy dovesse produrre i risultati che promette, la rimandata era dell'idrogeno potrebbe iniziare davvero.


ralco
00martedì 8 febbraio 2011 11:27
Queste notizie vanno prese sempre con più di un beneficio di verifica, ma la cosa può essere interessante.

Per capire se c'è sostanza, sul piano tecnico intendo, o è solo teoria da sperimentazione di laboratorio, basta tenere d'occhio un settore dove l'immagazzinamento di grandi quantità di idrogeno è un aspetto critico: i vettori spaziali.

Gli USA utilizzano idrogeno liquido come combustibile dei propri razzi maggiori, con tutti i problemi associati alla necessità di serbatoi criogenici. Ci sono pure altre applicazioni militari, quali la propulsione di sommergibili con fuel -cells. Dovrebbero essere i loro i primi ad esplorare tale nuova tecnologia, visto che, tra l'altro, non hanno i problemi di produzione di massa che ci sarebbero per l'autotrazione.
Vedremo.

Comunque, per tutti, vale sempre un principio di cui spesso ci si dimentica. L'idrogeno non è una fonte di energia, ma un vettore, per trasportarla ed immagazinarla. Produrre idrogeno richiede ben più energia di quanto se ne possa produrre da una cella a combustibile o, peggio, da un motore a scoppio, senza contare le perdite di trasmissione ed immagazzinamento.

giambo64
00martedì 8 febbraio 2011 11:37
Però qui siamo in un settore diverso dalle fuel cell, qui si parla di utilizzo dell'idrogeno all'interno di un carburante composto da nanostrutture che contengono al loro interno la gocciolina di H2.
Nessun problema di stoccaggio quindi, perchè questo liquido è stabile a temperatura ambiente.
In pratica basterebbero poche modifiche per far funzionare i normali motori con questo nuovo carburante al posto della benzina.
Da una parte è una buona notizia, dall'altra rischia di diventare un ostacolo al forte sviluppo dei veicoli elettrici, che in questi ultimi tempi sembra inarrestabile grazie alle batterie al litio.
Io vorrei che i motori a combustione interna finissero tutti nei musei, sarebbe ora che l'uomo capisse che il fuoco, dopo centinaia di migliaia di anni, è un invenzione ormai sorpassata!
(metrosur)
00martedì 8 febbraio 2011 12:31
Il brevetto, in un modo o l'altro se lo compreranno le grandi sorelle o qualche arabo e sparirà nel nulla. In ogni modo trovo sempre una pessima notizia quelle che dicono che non bisogna cambiare nulla, solo poche modifiche. Vuol dire che abbiamo un futuro davanti in cui le auto la faranno sempre da padrone ingombrando e creando traffico e congestione. E non ditemi "almeno non ci sarà inquinamento", bene ma è solo metà del problema e dell'altro 50%?
Un futuro vero, pulito e con poche auto è solo attraverso l'uso del car sharing, trasporto pubblico efficiente e mezzi di locomozione individuali come bici e seagway. Tutto il resto è solo business che non fa bene prima di tutto a noi e poi a tutto il pianeta.
giambo64
00martedì 8 febbraio 2011 12:43
Beh, magari gli arabi se lo comprano e ne approfittano per mantenere il loro monopolio!
Hanno i deserti per produrre energia solare, hanno il mare per fare l'elettrolisi e il petrolio sta finendo.
Tutti elementi per puntare a diventare i maggiori produttori di idrogeno!
Robyk65
00martedì 8 febbraio 2011 14:05
Mi innervosisce non poco leggere e ascoltare tante baggianate su proposte che paiono buttate lì per caso, vuoi per ignoranza sull'argomento, vuoi per entusiasmi (per altro comprensibili nella voglia di cambiamento) tanto per essere "attuali...". Mi spiego meglio fornendo alcune semplici nozioni tecniche.
Tanto per cominciare con l'idrogeno si continuerebbero ad usare i motori a combustione interna, quelli comunemente detti "a benzina" e "diesel", quindi cambierebbe assai poco a livello meccanico.
Ora, mentre la soluzione di convertire progressivamente i mezzi esistenti a gasolio (gli unici presenti nella maggioranza dei mezzi pubblici) ad utilizzare il metano come combustibile alternativo al gasolio con evidente riduzione delle emissioni inquinanti, è senz'altro fattibile, rimangono tuttavia alcuni problemi di carattere manutentivo a causa dello scarso potere lubrificante del gas che genera usura a livello sedi valvole e danni gravi al motore se non si interviene in tempo; inoltre c'è da considerare l'aggravio di peso dovuto alla presenza delle bombole e una non trascurabile pericolosità in caso di incidente, malgrado questi problemi la loro diffusione è apprezzabile (un esempio lo si può vedere nella vicina Nizza).
L'idrogeno invece è una specie di fumo negli occhi gettato lì da qualche anno dalle case automobilistiche tanto per far credere di avere risolto completamente il problema dell' inquinamento.
In realtà l'idrogeno allo stato attuale della tecnologia è di quasi impossibile utilizzo nei motori a combustione interna per i seguenti motivi:
1) Anche se diffusissimo non è un elemento presente in natura se non combinato chimicamente con altri elementi, vedi acqua o in molecole complesse di vari combustibili, di conseguenza necessita di notevoli quantità di energia per poterlo ricavare puro, spesso superiori a quella che si ottiene dal suo uso come combustibile; purtroppo però, la sua estrema reattività lo rende altresì difficile da contenere e tenere isolato (occorrono temperature molto basse e alte pressioni), pena l'immediata ricombinazione con altri elementi.
2) E' estremamente infiammabile e se in contatto con l'ossigeno genera violente esplosioni.
3) La combustione nei motori non è come si può pensare priva di emissioni, infatti ad alte temperature si ha la produzione di quantità notevoli di ossidi d'azoto NO2 e quindi la necessità di catalizzatori riducenti.

Spero così di aver chiarito qualche dubbio sullo stato attuale di questa tecnologia.

P.S.: a riguardo delle celle a combustibile, attualmente non convengono sulle automobili a causa di enormi problematiche di costo, affidabilità e calore prodotto da smaltire, figuriamoci su autobus da decine di tonnellate...
Trammax
00martedì 8 febbraio 2011 15:32
Effettivamente sull'argomento ho letto e sentito parecchie stronzate...

Il settore delle celle a combustibile è in sviluppo da diversi anni ma secondo me simo ancora lontani dall'ingresso in un'economia di scala.

Riguardo la notizia sull' "idrogeno liquido" contenuto in perle (come gli omega 3.. [SM=g11770] ) a parte la difficoltà ed il costo di produzione dei borani, e la difficoltà di mantenere le molecole sufficientemente stabili, o il processo di decomposizione è così violento da non essere controllabile (e l'infiammabilità dell'idrogeno è purtroppo ben conosciuta) oppure, nella migliore delle ipotesi, i polimeri vettori e i complessi boro-ammoniacali prodotti dalla reazione lascerebbero consistenti residui così da comprometterne l'impiego in un motore termico.

Temo si tratti di un'altra sparata da inserto scientifico di quotidiano..... [SM=x1177057]
giambo64
00martedì 8 febbraio 2011 23:44
@Robyk65: probabilmente non hai letto bene gli articoli, non si sta parlando ne di fuel cell, ne di serbatoi per stoccare idrogeno, bensì di un sistema che consente di incapsulare gocce di H2 grazie a nanotecnologie e ottenere così un liquido stabile a temperatura ambiente.
Sappiamo tutti che l'idrogeno non è una fonte di energia, ma solamente un vettore.
Sappiamo anche che il suo utilizzo diventerà economico e sostenibile per l'ambiente solo dopo aver sviluppato le energie rinnovabili.
Comunque questa notizia è comunque interessante, anche se, lo ripeto, preferisco di gran lunga i motori elettrici.

@Trammax: mamma mia, come sei negativo, hai già previsto perchè non funzionerà! [SM=g11770]
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