CICLI

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Lucifero
00martedì 17 gennaio 2006 13:02


I cicli sono dal punto di vista esoterico,le categorie dell'ermeneutica storica.Ogni evento si inscrivono in un'era,in una legge,il cui sistema generale è subordinato alla finalità ultima di Dio creatore.Prima ancora di essere una storia di fatti,la storia è una teofania;prima di essere una storia degli uomini,la storia nelle sue strutture e nel suo principio,è una storia degli dei.Una nuova luce viene così proiettata sulle mitologie e sulle cosmogologie,le cui articolazioni essenziali,anche quando si riferiscono a una genesi,riguardano il tempo vivente della creazione.Nelle profondità della storia esoterica in "Illo Tempore" le modalità del tempo e l'eternità del senso convergono.Il passato proprio delle successioni cosmogoniche,non smette di ispirare le profezie,di orientare i percorsi della spiritualità.Per i greci Urano,Crono,Zeus; per i cabalisti l'emanazione,la creazione,la formazione; per l'india l'alternarsi della veglia e della quiete dell'Essere Supremo,continuano a definire il senso della storia,anche quando il discorso cosmogonico li ha relegati in secondo piano sualla scena del mondo.Crono come la Sephira Binah dimorano contemporaneamente nel mondo,anche se sono state sostituite da Zeus e dalle Sephiroth incaricate della formazione del mondo.Analogamente il "nirguna brahman",come Ain o il Dio non manifesto,costituiscono il fondamento delle etiche rispettivamente della liberazione e della salvezza,il cui principio si colloca al dì là della ontologia.Liberazione è svincolarsi da sé e dal mondo,foss'anche quello degli dei;la salvezza è l'infinito riconoscimento del carattere trascendente della volontà divina.Ma nell'uno e nell'altro caso il senso della storia umana viene meno al raggiungimento del suo fine;la storia degli uomini non avrebbe che un carattere transitorio,come gli intervalli tra due nuove creazioni,due grandi anni,due giorni di Brahma.La storia stessa degli dei
come degli eroi è modello da riprodurre,gesto mitico da imitare,ma in sé già superato e arcaico rispetto alla creazione di nuovi cieli e di nuove terre. Da un lato sembra che ogni progetto storico possa essere tutt'al più solo il compimento di strutture archetipe,già in declino rispetto alla loro ricreazione permanente da parte di Dio; dall'altro,l'iniziativa come il libero arbitrio del genere umano avrebbero l'unico effetto di una storia residua,ben al dì qua della perfezione dei suoi miti.L'esoterismo ignora dunque fondamentalmente la storia.La sua negazione è forse la conseguenza necessaria della sua metafisica,che dissolve con il suo senso la durata,annullando la libertà della creatura attraverso l'eternità di un Dio totalitario? La storia di Dio non ammette di essere coniugata.Questa critica della questione della storia è di per se stessa collegata a una dimensione mitica dell'inconscio.Consiste nel presentare la storia mitica come la ripetizione di strutture che periodicamente espandono o disintegrano il mondo.Il ciclo delle distruzioni e delle creazioni sarebbe allora senza fine;la trasfigurazione della storia in mito,soprattutto attraverso il rito,comporta parallelamente la conversione in tempo mitico del tempo profano dell'azione umana occasionale,dunque nell'eternità sacra e necessaria delle ierofanie..In contrasto con le concezioni del tempo espresso dalle civiltà antiche,il pensiero contemporaneo,che ha dovuto fare i conti con le sue origini giudaico-cristiane,sembra accusare una frattura epistemologica.La storia potrebbe seguire un percorso solo lineare,poichè qualsiasi circolarità comporterebbe solo ripetività,riducendo in questo modo l'imprevedibile e i rischi dell'avventura umana.Al limite,qualsiasi riflessione sulla storia dovrebbe riferirsi ad eventi inincontrovertibili,alla loro pura fattualità.A ciò l'esoterismo risponde che qualsiasi concezione della storia ha i prorpi miti,che si tratti del messianesimo giudaico,della parusia e dell'escatologia cristiane,o del marxsismo,la storia lineare è costretta a orientarsi verso un polo futuro: ritorno del Messia,Giudizio Universale o Rivoluzione proletaria e avvento della società comunista,per fare solo degli esempi.Di più,o peggio ancora,l'ignoranza di tali miti fa della storia dei moderni una storia omicida,dal momento che essa crede di trovare la propria liberazione nell'impresa pseudoscientifica della smitizzazione..Ora,il disincanto Occidentale di fronte al mito borghese del progresso o all'utopia di una nuova Età dell'oro dei collettivismi,proviene dalla perdita della sua coscienza mitica,come ha indicato bene G.Durand.I miti sopravvivono,anche dissacrati.E' proprio allora che sono da temersi.L'esaltazione borghese del progresso trova il suo ' statuto immaginario ' nelle mitologie titaniche dell'Illuminismo,il collettivismo << toglie ai miti della Città e delle Terre Promesse il loro carattere sacro,smitizzandoli e deformandoli negli obbiettivi di una politica maipolatrice e totalitaria >>.Ci si deve ormai porre nel << profilo epistemologico della più moderna antropologia >>,che è anche quello della tradizione esoterica stessa.I cicli sono gli strumenti utilizzati dal pensiero esoterico per decifrare il senso della posizione rispetto al tempo.Si tratta in realtà di un'ermeneutica che articola due storie: quella degli uomini e delle loro libertà,quella degli dei che costituisce l'orizzonte nel senso simbolico della precedente.Una tale articolazione è sempre stata presente nel pensiero esoterico.La storia ripetiva propria dell'uomo arcaico è un'invenzione dei pregiudizi etnocentrici dei moderni.Le differenzi reali tra temporalità religiose dipendono tra la natura del rapporto tra il Sacro e la storia umana,non dal fatto di adottare o respingere il concetto di ciclo,noto a tutte le religioni.La difficoltà interviene non appena ci si sforza di trovare un sistema astronomico delle concordanze tra le diverse unità di tali cicli. Secondo le religioni,infatti,i cicli non hanno sequenze omologhe;all'interno di ciascuna religione inoltre non è sempre facile stabilire il calendario generale della storia,capire se i testi si esprimono in anni divini,in ere divine o in anni umani; per quest'ultimi,poi non si è nemmeno sicuri se debbano o meno essere intesi come anni precessionali,qualora il contesto culturale di una civiltà autorizzi a farlo.La divisione esoterica più corrente della storia è quella che attribuisce al cammino dell'umanità quattro tappe o età,o Yuga.Così dall'India alla civiltà Greco-Romana,come l'insegnamento tradizionale dell'esistenza nel passato di un'Età dell'Oro (Krita Yuga),di un'Età dell'Argento (Tetra Yuga ),di un'Età del Bronzo(Dwapara Yuga) e di un'Età del Ferro (Kali Yuga ),quella in cui si troverebbe l'umanità attualmente.L'analisi comparata del codice di Manu,delle Bagavata Purana, e di Le Opere e i Giorni di Esiodo,come pure delle Metamorfosi di Ovidio e dei testi di Virgilio,mette in luce un quadro di corrispondenze tra la prima Età ( in cui regnano la Verità e la Giustizia sotto forma di un Toro saldo sulle sue quattro zampe) e il regno dell'Eterna Primavera,sotto Crono (Saturno).
Le altre Età corrispondono alla perdita di una zampa del toro ciascuna,e ai regni successivi di zeus e della razza umana.A ogni età ci si allontana dal mondo ideale,il che si traduce in un'involuzione spirituale,accompagnata dalla falsità,dal ladrocinio e del crimine oltre che di un'accorciamento della vita.Analogamente succede per lo sviluppo di qualità caratteristiche di ciascuna Età:L'austerità per la prima Età,la scienza divina per la seconda,l'offerta di sacrifici per la terza,la liberalità per la quarta.La Bibbia colloca la comparsa dell'agricoltura e dei primi utensili all'epoca di Caino e Abele,tale episodio diventa così un momento storico che costituisce la cerniera tra l'Età dell'Argento(pastorizia,civiltà,arti),l'Età del Bronzo(utensili di ferro e acciaio)e l'Età delFerro(vendetta,omicidi esperienza del male).E' una replica esatta delle parole di Esiodo: << Quelli non pensavano altro che alle triste opere di Ares e avevano perso ogni misura>>. L'interpretazione del sogno di Nabucadnestar,nell'Antico Testamento,è un'allegoria delle quattro Età.Daniele rivela al re che la grande statua,dalla testa di finissimo oro,il petto e le braccia d'argento,il ventre e i fianchi di bronzo,le gambe di ferro e i piedi di terracotta,si è spezzata per l'urto di un masso staccatosi dalla montagna.In quest'evento si prefigura la storia del suo regno: l'oro rappresenta la regalità,il potere ,la forza e la gloria del suo regno,l'argento e il bronzo rappresentano altri due regni,inferiori al suo,ma destinati a dominare il mondo;il quarto regno sarà simile al ferro,perchè il ferro rompe e spezza tutto;tale regno,proprio come il ferro farà a pezzi tutto quanto.Il testo non permette di stabilire se si tratta anche qui della storia dell'umanità o di un ciclo che si ripete all'interno di un periodo più corto.La difficoltà sta appunto nel definire la durata totale e quella dei cicli.E' interessante notare la numerazione delle Età in India.Essa è simbolica;infatti si dice che la somma qelle quattro Età è di dodicimila anni,e che questa è l'età(un età) degli dei.Si può inoltre verificare che la proporzione tra le durate attribuite a ciascuna età è la stessa che vi è tra 4,3,2 e 1.Tale numerazione sembra inoltre convertibile in anni umani,perchè viene detto << Un anno dei mortali è uguale a un giorno e una notte degli Dei >>. Si tratta secondo Loiseleur-Deslongschamps di 4.320.000 anni umani,si ritorna alla proporzione simbolica precedente,ma sviluppata in un tempo astronomico. L'intreccio del tempo simbolico e degli anni umani permette su tale base,di calcolare la durata di un giorno di Brahma; il suo valore simbolico è di mille ere divine,ossia 4,320.000 anni umani(alla fine dei quali sopravviene il Pralaya);la durata di un Manvatara invece << abbraccia 12.000 anni divini ripetuti 71 volte>> ossia 306.720.000 anni umani.Aggiungendo a quest'ultima cifra la durata di un Sandhi,posto alla fine di ogni Manvatara(ossia 4.800 anni divini o 1728 anni umani) si ottengono 308.448.000 anni umani.ora il ciclo completo,una 'talpa'.comprende quattordici Manvatara,di cui sei sono già trascorsi. La durata totale di questi quattordici Manvatara,a cui si aggiunge un Sandhi,è di 4.320.000 anni,durata di un giorno di Brahma.Per quanto affascinanti possano apparire tali calcoli al fine di tradurre l'esoterismo delle numerazioni dei cicli,essi restano pur tuttavia ambigui da due punti di vista,si basano sulla durata di un anno umano di 360°,confondendo l'anno umano con il ciclo zodiacale e suggerendo piuttosto un'interpretazione processionale,permettano inoltre un'interpretazione molto incerta del passato,definendo delle epoche che non corrispondono affatto a quanto insegna l'indagine archelogica.Si deve riconoscere al lavoro di Paul Lecour,di René Guénon e recentemente di G.Georgel il merito di aver chiarito il problema dell'articolazione del simbolico e dell'astronomico,pur conservando alla tradizione astronomica la portata simbolica e quindi il significato esoterico dei cicli.Per questi autori ciò consiste nel trovare il denominatore comune di tutti i cicli,simbolici e astronomici,cui giungono valutando il grande anno in funzione dello spostamento del punto vernale di 1° ogni 72 anni. Il grande anno precessionale è dunque di 25.920 anni.Rispettando la proporzione tra le durate delle varie Età,espressa simbolicamente dalla legge di MANU(4,3,2 ,1),otteniamo rispettivamente 6.489 anni per l'Età del Ferro (Kali Yuga),12.960 anni per l'Età del Bronzo(Dupura Yuga); 19.440 per l'Età dell'Argento( Treta Yuga ) e quindi un ciclo completo di 25.920 anni per l'Età dell'Oro (Krita Yuga).Numerose sono le conseguenze,la durata totale di un ciclo dell'umanità è di 64.800 anni,ossia trenta mesi precessionali,secondo la proporzione equivalente dei segni zodiacali 12-9-6-3/4-3-2-1.Il Grande anno,tradizionalmente portato a 12.960 anni,corrisponde dunque a sei mesi precessionali..L'interesse di questo approccio astrologico e astronomico ai cicli sta nel porre le basi e i punti di riferimento di una storia esoterica delle religioni.Certo si può sostenere,con R.Amadou,che la coincidenza tra Grande Anno e fenomeno precessionale non implica assolutamente una conoscenza sperimentale di quest'ultimo,ma è la conseguenza,in anticipo rispetto all'epoca in cui tale fenomeno astronomico verrà scoperto,di una aritmosofia tradizionale.Comunque stanno le cose,è ormai possibile un collocamento temporale delle epoche,mentre la loro attribuzione a una seri di segni zodiacali permette di decifrarle simbolicamente,come pure di prevedere delle nuove ere,quale quella dell'Acquario.Paul Le Cour ha potuto cos' determinare il simbolismo del Toro tipico delle religioni dell'Egitto,di Creta,della Caldea e dell'Assiria nel periodo dal 4320 al 2160 a.C; il simbolismo dell'Ariete per l'Egitto faraonico,caratteristico della nuova religione introdotta da Mosè,nel periodo dal 2160 a,C alla nascita di cristo che apre così l'età dei Pesci,il cui termine si situa nel 2.160 della nostra era.La futura Età dell'Acquario si può intravedere in alcuni segni premonitori,di cui Paul Le Cour ha dato un'ermeneutica non esclusiva..La radicalizzazione di qust'impresa effettuata da Jacques d'Ares o da autori come J.Ch.Pichon permette una rilettura astrologica dei miti della storia,che,contrariamente ai soli approcci strutturali sincronici,ridà ai simboli e agli archetipi il loro potere diacronico.I cicli nell'esoterismo,permettono in tal modo di situare le istanze culturali più diverse,attraverso il rapporto che tutte le culture hanno col nucleo originale delle loro produzioni.Tale rapporto contribuisce inoltre a ristabilire il senso delle fratture che contribuiscono ogni cambiamento di epoca,di era o di età cosmica.Tutti i sistemi ciclici conoscono tali fratture,dal Pralaya indù alle 'rivoluzioni e notti cosmiche' dell'antroposofia steineriana o rosacruciana( senza dimenticare lo Zim Zum degli ebrei,la metacosmesi e l'apocatastasi degli stoici)l'esoterismo di ogni epoca religiosa rivela la specificità del cherigma,situandolo in rapporto alla catena del passato e al proprio futuro immediato.Il problema delle civiltà e delle razze scomparse,della successioni di diluvi e di catastrofi terrestri di cui tante tradizioni religiose e filosofiche recano ancora le tracce,si chiarisce in quanto finalità stessa dei cicli:il processo dell'evoluzione.Un sistema tanto esaudiente quale quello antroposofia,con i suoi sette periodi,di Saturno,del Sole,della Luna,della Terra,di Giove,di venere ,di Vulcano,ciascuno suddiviso a sua volta in sette globi che replicano sette grandi periodi,può rendere conto simbolicamente dell'interrelazione dei processi teogonici,cosmogonici e antropogonici.Il compito dell'esoterismo comparato è in primo luogo di ricostruire il sistema di tali cicli e di mettere in luce il significato simbolico e storico delle età,dei periodi e delle ere che essi comprendono. La traduzione di un sistema nell'altro comporta sempre un rischio e risulta un'impresa vana se non viene realizzata preventivamente una definizione comparativa delle unità minime dei cicli. Va al di là dei limiti di questo scritto un'analisi completa di tutti i sistemi esistenti,con il rispettivo principio di divisione prescelto( binario come in Platone e nel dualismo indiano del giorno e della notte cosmici,ternario nella successione dei grandi Maestri dell'Agartha,Brahtma,Mahtma,Mahanga,che diventarono a turno Re del Mondo,quinario nei cinque Grandi Anni e così via) come pure con lo studio dei cicli astronomici e planetari,strumenti più adeguati per l'analisi di un breve periodo mondiale.Quale che siano però il sistema e l'ermeneutica esoterici in questione,ciò che colpisce è che la tradizione non è mai l'invariabile ripetizione delle strutture antropologiche del Sacro.Essa è la storia vivente della libertà religiosa che nessun millenarismo ha mai saputo soddisfare.La filosofia esoterica della storia è ciclica,ma il ciclo ha la dinamica dell'elisse,a ogni ritorno al punto d'origine,vi è un cambiamento di livello,una modificazione dell'uomo.L'antropologia religiosa può scandire la storia del Sacro,delimitando con la sua Teologia i momenti forti della sua libertà,ma non è in grado di anticipare il senso esistenziale del futuro delle sue predizioni.Parimenti i Cicli indiano,islamico o giudaico-cristiano portano a un'intensificazione del presente vivente della libertà religiosa,attraverso una teologia più che una profetologia,giustificando le dimissioni o le pacifiche assicurazioni di un'elezione divina.L'esoterismo della libertà religiosa,con la sua comprensione della storia mira dunque a scoprire l'attuarsi della presenza di dio nella storia umana,sta in ciò tutto il senso dell'ermeneutica.E' l'incontro con dio promessa per il futuro,che dà vitalità al profondo presente.
www.freemasons-freemasonry.com/tempo.html
Ciao
Venetus
00martedì 17 gennaio 2006 19:59
Penso sia opportuno parlare di Giano Bifronte.
Lucifero
00mercoledì 18 gennaio 2006 09:34
Re:

Scritto da: Venetus 17/01/2006 19.59
Penso sia opportuno parlare di Giano Bifronte.



[SM=g27811] www.acam.it/giano.htm

Giano è una figura della mitologia romana, era il dio custode dell'universo ed il dio dell'inizio.

Era una delle divinità romane più importanti, il primo ad essere invocato nelle preghiere, prima ancora di Giove.

Il suo nome deriverebbe da ianua, la porta d'entrata della casa (ma potrebbe anche essere il contrario).


Giano bifronte in un asse repubblicanoÈ Ovidio che lo indica come custode dell'universo e per questo, la sua effige viene messa ad ogni ingresso. Egli apriva e chiudeva ogni cosa, guardava all'interno e all'esterno, da qui la sua raffigurazione bifronte.

Giano aveva il suo tempio in Roma presso il foro. Le sue porte si aprivano ad est e ad ovest ed erano chiuse in tempi di pace. Venivano aperte allo scoppio di una guerra, per far uscire in campo l'esercito, indicando con questa azione, che i guerrieri della città marciavano nella direzione giusta.

Una tradizione romana lo indica come antico re insediato sul Gianicolo, ma si trasformò ben presto in un dio, quello del principio.
Giano era il mattino, era il primo mese dell'anno (Januaria), era l'iniziatore di tutte le cose.
Era il simbolo dell'ambivalenza universale, quello che contempla insieme il bene e il male, il giorno e la notte, la guerra e la pace.
Nel tempo, si arrivò a pensare che le sue due facce rappresentassero la saggezza e la conoscenza, sia del passato che del futuro.
it.wikipedia.org/wiki/Giano_(mitologia)

Sarà anche parte della mitologia [SM=g27818] ,La cosa più sconcertante è che riflette la verità sul mio essere [SM=g27829]

Venetus
00mercoledì 18 gennaio 2006 11:44
Wow! Siamo simili! [SM=g27811]
Lucifero
00giovedì 19 gennaio 2006 08:45
Re:

Scritto da: Venetus 18/01/2006 11.44
Wow! Siamo simili! [SM=g27811]



Tutti gli uomini sono uguali,perchè sono stati fatti a mia immagine e somiglianza,qui si riferisce all'essere interiore,all'esterno è certamente vero che ognuno ha un'aspetto diverso dall'altro [SM=g27828] Sai che palle uscire di casa e vedermi dappertutto [SM=g27828]

Ciao
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