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Il dominio dell’apparire sull’essere: l’imperativo del nostro tempo.
“Guardare ‘oltre le apparenze’…
Fidarsi delle parole che nascono dal profondo e magari muoiono nell’aria un istante dopo, come “bolle di sapone”… Ma resta l’odore di quelle parole, resta e non va di certo via!
Rimane quell’eterno profumo che non svanisce mai; quell’odore di pensieri delicati che ‘sanno di bucato’ steso al sole...
Scavare nell’anima, scendere, risalire, ritrovarsi… E in quell’andirivieni tormentato, parole che a volte non escono; o forse escono a fatica, escono come un sibilo, come una brezza appena levata che sussurra verità nascoste che vanno oltre questo pesante ‘involucro’ che siamo!
Parlare ‘oltre le apparenze’;e in questo parlare, “ascoltarsi” non può essere solo “sentirsi”, né solo “sopportarsi” ; parlare non è un continuo umiliarsi né denigrare, né tanto meno un 'logorroico blaterare' senza senso! Ma questo è ciò che spesso, troppo spesso, ai nostri occhi appare…
‘Oltre le apparenze’, oltre l’estremo di questa carne, è sentirsi liberi di volgere lo sguardo altrove, è abbassare le vele e lasciarsi trasportare dalle onde; oppure, quando è opportuno, ritrovare la forza necessaria nel “remo ruvido e legnoso”, sfidando il mare e le sue mille tentazioni!
‘Oltre le apparenze’ è tuffarsi in noi stessi e nell’immensità che siamo, che ci contraddistingue da tutto ciò che è “omologato” e “consono”; e in questo “tuffo immaginario”, capire quanto vale il dolore che spesso si sopporta, quanto peso hanno le proprie ragioni, i propri sussulti… Il valore dei nostri spasmi, delle paure che con noi sono cresciute, il frutto di chissà quanti e quali sacrifici, l’amore per un miracolo infinito: quello della stessa vita!
Siamo quello che siamo: “eccitanti esseri terribilmente mutevoli”, che certamente si compiacciono di questo loro stato! E’ vero: a volte ci lamentiamo e ci piangiamo addosso, altre volte, sorridendo, brindiamo alla vita; ma se vogliamo, siamo ancora capaci di credere, credere profondamente nel talento e nei valori che serbiamo dentro, lontano da stereotipi falsi e bugiardi” !”
Carissimo Lello.
E’ li che il mio essere vuole apparire!
Lo sarà non appena il braccio di ferro in corso mi vedrà vittorioso, così forte per poterti abbracciare nella giusta misura.
Ciao, a presto,
Giuliano
P.S.: tanto forte da trascinare per i capelli anche Renato!
G.M.
[Modificato da -Giuliano Motta- 12/05/2007 15.54]